10 luglio 2018 - È stato pubblicato il nuovo rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco sulla vaccino-vigilanza, importante strumento di monitoraggio dell’attività vaccinale nel nostro Paese. L’edizione 2017, consultabile sul sito AIFA, riveste una significatività particolare, in seguito alla revisione della legislazione in materia di obbligatorietà vaccinale con l’approvazione, nel mese di giugno, di un nuovo decreto del Ministero della Salute, poi convertito in legge (119/2017) a fine luglio.
L’intervento legislativo è stato reso necessario a seguito del calo della copertura vaccinale nel nostro Paese, registrato a partire dal 2013. Il Rapporto Vaccini 2017 descrive le attività condotte in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Gruppo di Lavoro per la Vaccinovigilanza. Lo scopo principale di questo documento è riportare i risultati complessivi della sorveglianza dei vaccini e delle analisi condotte nell’ambito del monitoraggio continuo della loro sicurezza.
Il Rapporto prende in esame tutte le sospette reazioni avverse inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) per rispondere alla necessità di rendere disponibili con una maggiore tempestività i dati di farmacovigilanza. Questi i dati principali da evidenziare: la segnalazione per i vaccini è cresciuta, passando da 7,9 per 100.000 abitanti nel 2016 a 11,1 nel 2017. Il tasso di segnalazione per i vaccini dell’obbligo è stato di 34,3 segnalazioni per 100.000 abitanti. “L’aumento del tasso di segnalazione – dichiara l’AIFA - è un aspetto positivo, in quanto indica una maggiore efficienza del sistema di farmacovigilanza ed è in parte dovuto alla maggiore sensibilizzazione degli operatori e degli stessi cittadini sul tema della sicurezza dei vaccini.” I tassi di segnalazione del Nord sono superiori a quelli del Centro e del Sud.
Delle reazioni classificate come “gravi”, 2 su 10 si riferiscono a eventi verificatisi prima del 2016 (3 su 10 se si considerano i soli vaccini obbligatori). Dei 10 casi con esito fatale analizzati nel Rapporto, otto sono risultati “non correlabili” con la vaccinazione e due “indeterminati”.
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